Padre.....
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in queste cartoline che le rapide occhiate
dalla cima di una collina coronano
di coriandoli di tempo
rivedo accantonati
crepuscoli di gloria
-non la nostra-
logorarsi come un poema di parole.
E l'inizio dell'insonnia del cuore
mi pare quasi soffocato tormento
di immagine scalfita
in caverne di stagioni.
Ora
che per tutto lo spessore di un fiato
onde d'aria s'accumulano
all'incrocio dei legni
brandelli di sguardi inanimati velatamente
si configurano in forme celesti
oltre l'affilarsi di un volto.
La geografia di tutta la storia
non sarà più un singolo punto
nel flusso di quel che è stato
una cadenza travolta
dal compiersi del perenne peregrinare
-Giudea, Samaria, Galilea-
i giochi di prestigio a margine
di una vertigine umana.
Sullo schermo dell'orizzonte
si conficca una percezione
s'accresce la nostalgia di un pensiero
prendono consistenza
le sottili linee del disegno.
Ogni cosa
s'arrotola nella corona del mondo
nel sotterraneo naufragio di un'ora;
non si scava più tra le menti,
ogni confine si sovrappone nei cuori
e si cercano i figli
e le madri
come stando su un treno senza stazione.
Tutto è legato ad uno spiraglio di luce
ad un guizzo che non si sa leggere più
ad un sinuoso tracciato di millimetri
sparito
in accampamenti maculati di stelle;
Giovanni e Maria ricurvi
sui cammini ondulati del destino
elementi di figurate congiunzioni
fra l'altalenante sentimento degli altri.
Si respira l'ultima frazione dell'amore
il grado aspro di quel volere
che riavvicina
le distanze fra cielo e terra.
...perdona loro...
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l'improvviso turbamento
la smagliata ombra di lumino
che deterge il nero della notte
la segreta dizioni di un pianto remoto
solitari nell'incerto spazio di un sogno;
Tommaso che non crede alle favole
al niente
al sorriso degli occhi
se non tornerà a scavare
nel brivido di una cicatrice
all'esplodere della gloria.
In principio era da tornire,
crescervi attorno la pista del cammino,
mosaicare il mistero dell'immagine,
abbracciare l'idea per ricondurvi
un ricordo ereditato;
poi se ne andò coi gesti, i verbi,
l'offerta silenziosa del riscatto.
Posto tra due pensieri divisi dal mondo
accerchiato dagli spartiti di alcuni versi
si ripercorrono uggiose ricorrenze
e disertano i rumori degli zoccoli
nelle vasche del futuro
il sole fugge sui cicli del secolo
nei crepuscolis'appiattiscono in cenerei i nomi.
E uno
compagno occasionale di viaggio
frustato dal passato
si apre le porte di un'altra gloria.
I passi camminano lontani da noi
si ritorna all'origine
attraverso il Giordano
negli ultimi sobborghi della morte
vorremmo altri calici.
...non sanno...
quello che dicono...
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strani meteorologi spenti sugli uncini
di bandiere. Questa notte non passerà
tra le mie parole
nei lamenti delle preghiere
sulla realtà sommersa
nelle venature di una piaga.
L'arco inamidato dei giorni
sale come barriera infinita
ascende sulle nubi di un trono
legato a lancette di orologi;
l'aritmia della voce
scandisce interrogativi.
Era la nona, l'ora della gloria.
Nella vastità del vento
perdonami se ho perdonato.