Andiamo e ritorniamo
e poi di nuovo
nell’attesa che arrivi l’ora
inventando alternativi percorsi
frugando nel tempo i ricordi
nella sera che ha il cielo
color dell’arancia.
In tre al tavolo del bar
con la complicità del vuoto dei bicchieri
osservano il niente
perdendosi in giri di parole
(è caldo oltre i trenta
e per domani si prevede ancora
un altro lieve rialzo)
e tu che vivi negli occhi e nel respiro
dei vagiti che salgono
da poco più sotto.
Non finisce nulla col buio che arriva
aspettando in coda il momento per l’ingresso.
(Caserta, la Reggia, 12 agosto 2009)
Sotto i polpastrelli prendeva vita il mare
la tempesta incisa sul tavolo
nei centimetri che l'attesa concedeva
al tempo per l'intaglio.
Furono di un viaggio insolito
i resti conditi nel rigonfiarsi della vela
nella tacca dove affondava l'onda
nel legno custode del nome/l'anno.
(Roma, Trastevere, La Scaletta, 30 aprile 2009)
Al mercato dei fiori
il tulipano giallo costava più di un euro
ma il profumo era d'altre essenze
fra la mercanzia sui banconi
stipati colori e forme sul limitare del canale.
La casa galleggiante aveva ortensie
tra il legno e i vetri,
raccoglieva il fiato del sole pieno
nel tardo mattino;
per terra ombra d'umido e terriccio
passi come firme
vuoto da definire.
(Amsterdam, 13 agosto 2005)